La composizione e il modo di disporre i soggetti nell’immagine. Diversamente dal cinema e la televisione, con cui condivide molte convenzioni visuali che discendono dalla prospettiva rinascimentale, la fotografia non è costretta in un formato standard come lo schermo cinematografico o televisivo, ma può scegliere fra loro lo scatto verticale e quello orizzontale; inoltre, al momento della stampa e della confezione finale potremo tagliare quello che non serve.
Generalmente lo scatto verticale è preferibile per fotografare persone, torri, edifici alti, alberi, cascate. Quello che orizzontale invece è preferibile per riprendere gruppi, paesaggi, veicoli, scene di cronaca.
Gli oggetti non sono collocati al centro dell’immagine, ma agli incroci di un reticolo ideale che divide la foto in tre parti, sia in altezza che in larghezza (regola dei terzi): una versione abbreviata del principio della sezione aurea (1/0,618033…), applicato alle arti visive e all’architettura già dagli antichi greci.
Se fotografiamo una fuga di colline con lo sfondo del cielo potremo scegliere in larghezza fra 2/3 di colline e 1/3 di cielo, o viceversa, ma evitiamo di dividere la foto a metà.
Inoltre l’immagine ha soltanto due dimensioni. La profondità di campo deve essere evocata, intuita, privilegiando le linee oblique e quelle curve rispetto a quelle orizzontali e verticali che appaiono banali, e valorizzando molto le diagonali, soprattutto quella che inizia in alto a sinistra e scende in basso a destra. Infatti, almeno in occidente leggiamo la foto da sinistra a destra e dall’alto in basso seguendo la convenzione adottata per la scrittura. Nella foto di paesaggio occorre collocare un soggetto in primo piano, su cui possa posarsi lo sguardo: un albero, una roccia, una persona. Una figura umana ci da anche un’ immediata percezione delle misure e delle proporzioni dei vari componenti.
È possibile inquadrare un paesaggio dentro un elemento architettonico (un arco o una finestra), questa volta al centro dell’inquadratura.
Quando il soggetto dell’immagine è una persona, deve avere abbastanza “aria” (spazio) sopra la testa, che non deve toccare il margine superiore della foto; ci sembrano soffocanti le immagini in cui una persona ripresa di tre quarti non ha davanti a se sufficiente “aria” per parlare. Gambe e braccia vanno “tagliate” (escluse dall’inquadratura) con cautela, e solo se indispensabile.
Se il soggetto è ripreso mentre cammina deve avere uno spazio vuoto davanti a se, per far capire dove sta andando.
Spesso i personaggi in campo sono più di uno. Le immagini collettive, le foto di gruppo, dovrebbero, essere di facile lettura, con le opportune gerarchie tra i personaggi, senza troppa distanza fra loro, eliminando gli eccessivi dislivelli di altezza, evitando che siano in asse con i rami d’albero, oggetti, arredi che possano creare accostamenti non voluti. Occorre stare attenti agli accostamenti curiosi, che vanno evitati o ricercati a seconda dei casi.
Aprile 2012 - Riva del Garfa (TN)
NIKON D 5000
ISO - 200 18 mm f / 9 1/320
Molto frequente
nelle fotografie di paesaggio è il ricorso all’asse di simmetria speculare
orizzontale quando per esempio i riflessi sull’acqua permettono di raddoppiare
il paesaggio.
Ho tenuto in
questo caso l’asse alto e do spazio ai toni scuri del primo piano.
Aprile 2012 - Riva del Garfa (TN)
NIKON D 5000
ISO - 200 18 mm f / 10 1/250
La cornice è un elemento compositivo molto utilizzato in fotografia. Le sue funzionalità sono molteplici. In primo luogo una cornice consente di valorizzare maggiormente il soggetto della fotografia, dandogli importanza. Inoltre la cornice utilizza un elemento che sta ad una distanza diversa dal soggetto e a noi molto vicino, contribuendo a dare profondità alla scena. In questo secondo caso possiamo parlare di "quinta in scena", ovvero quando si posiziona un elemento che è vicino al fotografo nel bordo della fotografia: questo accorgimento fa si che lo spettatore si possa immedesimare in quello che vede come se lui stesso fosse presente.
Aprile 2012 - Riva del Garfa (TN)
NIKON D 5000
ISO - 200 18 mm f / 10 1/400
Uso di
sistemi assiali obliqui per dare un maggior senso di profondità e movimento all’immagine
secondo linee oblique ascendenti da sinistra verso destra (questo perché per
ragioni percettive e culturali scriviamo da sinistra verso destra e abbiamo l’impressione
che la linea salga) è discendente.
Ho impostato
come asse la linea rappresentata dalla banchina, non solo da un punto di vista
lineare che risulta piuttosto evidente ma anche da un impostazione per una
dinamica tonale
Novembre 2011 - Eremo di San Paolo - DRO (TN)
NIKON D 5000
Febbraio 2012 - Milano(TN)
NIKON D 5000
ISO - 1000 24 mm f / 5 1/20
In questo
esempio ho utilizzato invece ambedue le diagonali, rappresentate dalle fila dei
lampioni e la banchina della strada che si intersecano in unico punto di fuga:
quello centrale